La maggioranza degli americani desidera “normalizzare” le relazioni con Cuba. Ovvero: desidera eliminare quel triste ed inutile relitto della Guerra Fredda che va sotto il nome di “embargo” (o “bloqueo”, nella versione adottata dal governo dell’Avana). Questo afferma – o meglio, ribadisce, visto che da molti anni tutte le inchieste in materia hanno regalato analoghi risultati – una ricerca d’opinione dell’Atlantic Council. Aspetto nuovo e sorprendente del nuovo sondaggio: a condurre la corsa – vale a dire: ad esprimere percentuali più favorevoli alla “normalizzazione” – sono questa volta gli abitanti della Florida, lo Stato nel quale notoriamente più alta è la presenza di quell’esilio cubano che, da sempre e per ovvi motivi, rappresenta la più solida base d’appoggio all’embargo. Parrebbe, questo – e come tale è stato da molti interpretato – una sorta di epitaffio per una politica, una (quella dell’embargo, per l’appunto) che, anacronistica, ormai, fino alla demenzialità sul piano internazionale, veniva giustificata giustificata, sul piano interno, con il timore di perdere i voti, spesso decisivi, della comunità cubano-americana. Parrebbe, ma così probabilmente non è, come ben spiega in questo articolo Andrés Oppenheimer…..