Il rito si ripete ogni anno, uguale, o quasi a se stesso. Attraverso la USAID, il Congresso americano ha stanziato i fondi anni fa destinati, da una legge passato sotto George W. Bush, alla “promozione della democrazia a Cuba”. Ed adesso sta, disperatamente, cercando un modo di spenderli che, se non proprio utile, sia almeno non del tutto demenziale come in passato. La somma è di dollari USA 21 milioni. Ed il suo stanziamento è, notoriamente (ed esclusivamente), il prezzo che la politica americana paga alla influenza della lobby-cubano americana, in grado di manovrare voti importanti in aree del paese – la Florida del Sud in particolare – elettoralmente spesso decisive. Di questi 21 milioni, alla dissidenza interna non arrivano che briciole. E proprio per quelle briciole, di norma, i dissidenti finiscono in carcere. Tutto il resto si è fino a ieri disperso – non di rado senza lasciar traccia, lungo canali completamente fuori controllo, spesso corrotti (oggetti di lusso comprati a proprio esclusivo beneficio di alcuni professionisti dell’esilio) e sicuramente fuori rotta (se davvero- cosa della quale è più che lecito dubitare – è la rotta che porta a Cuba quella che si va cercando).
Questa volta in Congresso ha cercato di sfoltire gli abusi attraverso un vero e proprio bando, aperto chiunque abbia progetti in grado di favorire lo sviluppo della società civile cubana e, di conseguenza, il progresso democratico nell’isola dove, prima diventare Ubre Blanca, il bovino preferita da Fidel Castro, avevo pascolato felice. Ma la verità è molto semplice: quei soldi sono il prodotto di un’idea sbagliata – o meglio d’una forma di opportunismo politico travestito da idea – e non servono di fatto a nulla. Tranne, naturalmente, a fornire al regime cubano buoni motivi per ripremere quella medesima dissidenza interna alla quale – come detto sopra – di quei soldi non arriva che qualche spicciolo.
La domanda di Ubre Blanca è: fino a quando durerà questa pantomima?
Sul tema ecco alcune essenziali letture, la più importante della quale è, ovviamente, quella dei dati forniti dal sito Cuba Money Project, il cui scopo specifico è quello di seguire l’itinerario – fino a ieri assai poco trasparente – dei fondi stanziati per promuovere la democrazia a Cuba.
Interessante (come sempre) anche il post pubblicato da Fernando Ravsberg, corrispondente all’Avana della BBC.
Molto divertente, per i suoi toni pateticamente cospirativi, questo blog dal titolo “Cuba: l’USAID si infiltra tra gli adolescenti cubani” tratto dal blog “Giornalismo partecipativo”.