Thursday, December 12, 2024
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Tutta colpa di JFK

È arrivato il sessantesimo anniversario della Baia dei Porci. E, con l’anniversario, sono puntualmente tornate le analisi dedicate alle ragioni di quella che il regime cubano considera, con più d’una buona ragione, non solo una vittoria, ma una sorta di certificato di nascita o, comunque, un evento “fondante” della propria rivoluzione e del nuovo stato – un nuovo Stato finalmente indipendente – che di quella rivoluzione è il prodotto. Dall’altro lato dello stretto della Florida, ovviamente, è tutta un’altra storia. Molti – e, di certo, quelle che sono le voci più forti dell’esilio con, con altrettanto buone ragione – anche perché si tratta, ovviamente, delle medesime ragioni capovolte – continua a considerare Playa Girón una sconfitta le cui colpe vanno denunciate. Colpe che restano negli anni immancabilmente uguali a se stesse, visto che la spiegazione di quella disfatta rimane sempre la medesima. Se la Brigata 2506 è stata sbaragliata dopo poche ore di combattimento è stato unicamente a causa del mancato appoggio aero, per decisione dell’allora presidente Usa, John Fitzgerald Kennedy, allo sbarco.

L’idea che proprio il fatto di essere – aerei o non aerei – stati appoggiati da una potenza straniera (e da una potenza straniera storicamente considerata come forza di sfruttamento e d’oppressione) abbia determinato, in negativo, i destini della spedizione, stenta evidentemente a far breccia in quel di Miami. Ecco, qui di seguito i link ad un paio di vaccate pubblicate in proposito:

Brigada 2506: el juicio de los hombres y el de la historia

Bahía de Cochinos: el mito castrista y la victoria que no fue

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