Friday, April 19, 2024
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Sisifo a Cuba

Su Bohemia, scritto da Dariel Prada, un divertente ritratto della Cuba senza benzina, ben rappresentata da un uomo che, come Sisifo, a fatica spinge la propria auto verso una stazione di servizio chiusa per mancanza di carburante. Ma dove, si va dicendo tra gli automobilisti in coda, carburante potrebbe arrivare. Quando? Non si sa. E, nell’attesa, Sisifo continua a spingere…

Un uomo spinge la sua auto lungo. Preme il corpo contro la barra del parabrezza mentre tiene aperta la porta anteriore e corregge di tanto in tanto il percorso con il volante. Per fortuna non ha passeggeri. Invece, non soffia alcuna brezza che lo allevi dal sole al suo zenit che picchia sulla sua testa, o dal calore metallico che lo costringe a staccare le mani per non bruciarsi: ci sono momenti in cui si ferma, ma poi riesce a riprendersi e avanza.

Non è muscoloso, anzi, sembra piuttosto magro e con una pancia incipiente, tipica dello sedentarismo che comincia a far capolino a 30 anni. Visto dall’esterno, sembra facileil suo compito. Anche il carro non è enorme, né ha la mole metallica degli automobiloni americani degli anni ’40.

La strada è deserta come una pizza senza aggiunta. Passano appena due auto e solo sette pedoni. Io sono l’ottavo: provo pena per l’autista che, senza l’aiuto dei presenti, compie la sua penitenza; ma sono un po’ lontana e ho le braccia cariche di sacchetti. Riuscissi a tirargli una corda finché non riesce a partire… ma credo che il suo problema non finirà fino alla prossima stazione di servizio: se avesse subito una rottura improvvisa, avrebbe parcheggiato il veicolo dove si è rotto.

Da dove viene spingendo? penso e allungo lo sguardo verso la strada rialzata, la cui curvatura si perde dietro l’ambasciata degli Stati Uniti. Sta spingendo da pochi isolati prima? O agonizza da molto più lontano? Forse attraversò la servitù di Tanaka e preferì proseguire, spaventato dalla coda lunga tre isolati con decine di carri assetati in attesa dell’arrivo del bong.

Decido di ignorare l’uomo e esco dal Malecón per la calle J, del Vedado. Pochi giorni fa, ricordo, ho assistito a una scena identica da un taxi. “Quell’osogbo si cura solo con una gru”, mi disse l’autista con certe arie di preminenza. “Io conservo sempre benzina per cercare benzina. Un giorno esco e mi dedico a percorrere tutti i Cupet dell’Avana per poi poter lavorare. Altrimenti rimango botao, capisci?”.

Quello sul Malecon probabilmente non è stato pianificato bene. O forse è andato a pescare il poco liquido in ogni stazione di servizio della città, come il tassista preferisce fare, e nel frattempo è rimasto bloccato….

Leggi l’intero articolo, in spagnolo, su Bohemia

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